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Giovedì, 26 Novembre 2015 14:01

Il costo della terapia

Ovvero uno dei motivi per cui spesso si tende a rimandare l’inizio di un percorso di cura psicologico.

Quando il medico di base, scrutando scrupolosamente i nostri esami del sangue ci riempie di ricette per l’acquisto di una serie considerevole di medicinali, abbiamo la tendenza a ringraziarlo e recarci il prima possibile in farmacia ad acquistare quanto prescrittoci, in un certo senso contenti che alla nostra sofferenza ci sia un rimedio. Questo è quanto –solitamente- accade ad ognuno di noi, anche se la prescrizione in oggetto riguarda integratori alimentari, cure ricostituenti ed altri farmaci definibili come “non di prima necessità”.

Ebbene questo non accade per il supporto psicologico o per la psicoterapia. Eppure anche in questo caso la sofferenza o il disagio sono significativi, ma si preferirebbero comunque pillole di varia dimensione, colore e sapore, pur di non rivolgerci ad uno psicologo, in quanto troppo costoso.
 
Molto spesso, infatti, la principale motivazione che viene addotta è che “la terapia costa troppo”, un costo che significativamente andrebbe ad incidere sul bilancio familiare in una situazione economica che già di per sé ha pesantemente colpito (e vuotato) le nostre tasche. Quindi si decide che la propria sofferenza ha un valore inferiore all’eventuale costo (economico) di una terapia e si continua a soffrire, spesso trascurando il rischio di un aggravamento della situazione.
 
La distinzione che si opera tra una patologia fisica e una psicologica appare quindi soffrire di un retaggio culturale antiquato, quel modello biomedico ormai passato, secondo cui la salute è assenza di malattia fisica. Secondo questo modello un braccio rotto (quindi visibile) costituirebbe una malattia, mentre una depressione o una patologia legata all’ansia come gli attacchi di panico (non strettamente visibili) non sarebbero patologie e –logica deduzione- non necessiterebbero di una cura. Alla stessa stregua si è disposti a spendere cifre anche considerevoli a fronte di una patologia organica diagnosticata, mentre nel caso di una psicopatologia o anche di una sofferenza psicologica, si preferirebbe non fare nulla oppure adottare misure “palliative” come il “prendersi una vacanza”, “assumere delle vitamine”, o “tirarsi un po’ su con la forza di volontà”.
 
Eppure anche il disagio psicologico –non per forza una vera e propria psicopatologia- crea notevole sofferenza in chi la vive sulla propria pelle, spesso minando non solo la propria funzionalità lavorativa e la propria efficienza, ma anche le relazioni cui si tiene maggiormente, come quelle intessute con familiari e amici.
 Di per sé è innegabile che la terapia psicologica abbia un costo (e per gli importi specifici si faccia riferimento al tariffario nazionale dell’Ordine degli Psicologi consultabile sul sito www.psy.it), come del resto qualsiasi prestazione professionale. Ciò che diversifica la professione di psicologo da un’altra professione nell’ambito della salute, come potrebbe essere anche il dentista, è che, mentre in quest’ultimo caso un dolore ai denti è insopportabile e si è disposti a tutto pur di anticipare l’appuntamento, lo psicologo e la relativa terapia viene spesso vista come un percorso superfluo e la sofferenza e il disagio come sopportabili. D’altronde –si sente spesso dire- una volta si viveva lo stesso anche senza lo psicologo. Tale affermazione è vera, come è parimenti veritiera la constatazione che una volta si viveva lo stesso anche senza denti.
 
Per “vivere lo stesso” basta –in un certo senso- veramente poco. La vera differenza sta nella qualità di vita che ognuno di noi percepisce di avere. Ed è proprio il miglioramento della qualità della vita che sta alla base di molti “interventi” medici ma anche psicologici: un supporto psicologico in occasione di un lutto, ad esempio, riduce il tempo necessario all’elaborazione del lutto stesso, permettendo quindi più rapidamente il recupero di una qualità di vita soddisfacente.
 
Il costo che questo intervento può avere è variabile, non solo in funzione del professionista, il quale fisserà il suo onorario in base alla propria formazione ed esperienza in quel determinato ambito, ma anche in funzione del tempo che sarà necessario alla risoluzione di quella determinata problematica, ad una riduzione dei sintomi, al recupero di una qualità di vita accettabile.

Informazioni aggiuntive

  • Scritto da: Gianluca Franciosi - http://www.psicologidelbenessere.it/il-costo-della-terapia/