"La conclusione della terapia è stata paragonata dagli analisti a un nuovo inizio, allo svezzamento, al lutto, al distacco, alla maturazione e così via. E' un momento difficile sia per il paziente che per l'analista. Il paziente deve rinunciare, prima di tutto, al bisogno che l'analista sia per lui come un contenitore. Anche l'analista deve accettare il dispiacere che può provocare la fine di un rapporto terapeutico importante. Deve accettare il fatto che non avrà più notizie di una persona con cui aveva stabilito una confidenza profonda e riconciliarsi con i possibili errori che può aver commesso".
In uscita, con Eidos - Cinema e Dipendenza, un articolo di Alberto Angelini sulla dipendenza da psicoanalisi.